martedì 8 luglio 2014

Rossano Veneto #1 - L'Africa è...

L'Africa è: Raffaele, Sandro, James, Sam, Maurizio, John, Sam, Monica, Mariano, Alan, Nancy, James, Giulia, Michele, Osvaldo, Silvia, Antony, Norberta, Joseph, Giandomenico, Elio, Paolina, Elisanna, Carlo, Giovanni, Masaba, Charles, Elizabet, Cecilia, Daniel, Teresa, Dorinne, Edward, Marta, Charles, Ezechiel, Ciprian, Eugenio, Silvia, Rose, Elisanna, Denis, Antony, Philip, Flora, Grance, Giancarlo, Mama Lucy, Eric, Peter, Sandro, Simba, Kasimba, Bella, Monica, Martina, John, Alice, Elisabetta, Piergiorgio, Antony, Franco, Gianna, Gabriella, Alberto, James, Ernest, Emanuele, Paola, Silvia, Federico, Sonia, Dayana, Isac, Ruth, Mercy, Ester, Elizabeth, Lorentz, David, Ester, Mary, Angel, Celinne, Lucy, Anasthasia, Susan, Grace, Ann, Linigstone, Ruth, Antony, Marco, Stefana, Dominique, Anisia, Zaccaria, Benjamin, Silvia, Sara, Andrea, Marilisa, Alice, Camilla, Elisa, Alberto, Cristian, Michael, Grace, Marta, James, Cinzia, Robert, Orsola, Florence, Faith, Paolo, Samuel, Giulios, Amal, Geoffrey, Gerald, Linda, Lina, Franca, Nancy, Chintya, Dorotea, Larem, Ramon, Lorenzo, Nicholas, Gladys, Anna, Cosmas, Moses, Moris, Mama Grace, Mama Celestina, Bridget, Isacc, Jackline, Sonia, Akena, Patrick, Francesca, Paolo, Nicolò, Emmanuel, Philip, Giovanna, Claudio, Mama Ester,Christine, Vincent, Prossy, Paul, Vincent, Brian, Dorotea, Emmanuel, Mama Vicky, Lucy, Rosemary, Giulio, Samuel, Ketty, Filda, Francisca, Sharon, Munghissa, Clara, Santa, Nancy, Prossy, Sunday, Irene, Ogen, Samuel, Monica, Ambros,  Lorena, Eleonora, Santo, Leonardo, Giulia, Anna, Davide, Cosimo, Stefano, Pascalin, Ambra, Nancy, Marco, Enrico, Francesco, Sonia, Alan, Ambros, Brenda, Jackson, Nancy, Florence, Sara, Agnes, Angela, Katia, Valentina, Franca, Gino, Mario, Eunice, Luana, Gabriel, Philip, Marco, Ben, Paul, Narù, Teresina, Hellen, Maria Alex, Patrick, Cosmas Mzungu, Lalogno, Rambo, Licia, Jacob, Nicolas, Alfred, Raphael, Isaia, Eric, Bruno, Balotelli, Bruno, Martina, Marta, Rossanigo, Rose, Malinga, Anna, Barbra, Goretti, Abibi, Nasike, Paska, Palmini, Emmanuel, Alfred, Dana, Franz, Pierpaolo, Sandra, Mina, Wilma, Max, Maria, Nakiru, Masaba, Claudio, Francesca, Luca, Elena, Nicola, Lobur, Achiotoi, Kisito, Barbara, Simone, Alessandro, Carol, Mario, Marina, Michele, Prossy, Florence, Nancy, Comboni, David, Aldo, Paolino, Katia, Valentina, Angela, Moses, Daniel, Fausta, Daniela, Jane, Elio, Bruno, Stefano, Gilda!

L'Africa è un continente troppo grande per poterlo descrivere. E' un oceano, un pianeta a sé stante, un cosmo vario e ricchissimo. E' solo per semplice e pura comodità che lo chiamiamo Africa...ma ora io so cosa, o meglio chi, è per me Africa!!

giovedì 12 giugno 2014

Moroto #4 - Manyatta...che figatta!!

Non posso di certo dire che le giornate qui siano noiose...quando pensi che tutto sia tranquillo e la giornata trascorra normalmente...ecco che qualcosa succede a rendere ogni giorno diverso dall'altro per qualcosa di speciale!! Lunedì qui c'è stata festa nazionale e così mi sono guadagnata un lungo week end di riposo; ne ho approfittato per chiamare Ben e Gabriel e organizzare con loro una camminata in montagna fino a raggiungere le St. Lorenz pools. Siamo partiti assieme dalla casa dove abito adesso, abbiamo raggiunto la cima di una prima montagna per poi camminare in quota e raggiungere delle pozze d'acqua in cima alla montagna da dove si vedeva tutta la karamoja davanti e ovviamente non mi sono fatta scappare l'occasione di farci il bagno: quando mai mi ricapiterebbe?! E' stata una bella occasione anche per passare una giornata in compagnia di due karimojon che mi hanno raccontato parecchie cose su di loro e sulla loro cultura! Ma alla faccia del week end lungo di riposo...con le giornate di martedì e di ieri al dispensario ho recuperato tutto il lavoro che non ho fatto lunedì...come scrivevo, qui ogni giorno c'è qualcosa che aggiunge sale alla giornata! Martedì al dispensario mi sono ritrovata con Hellen, l'infermiera che segue la stanza delle iniezioni, completamente senza siringhe e cerotti per bloccare le canule...in questi casi viene spontaneo chiedersi "ok, cosa è meglio fare...arrangiarsi con quel poco che resta o lasciare le persone senza terapia?". Così con le 4 siringhe rimaste abbiamo somministrato tutti i farmaci possibili e sono spuntati ovunque fili di nylon e pezzi di borse di plastica per tenere ferme le canule: pazzesco! Ma il pezzo forte della giornata è arrivato nel pomeriggio quando si è presentato un uomo con due profonde ferite alla testa: aveva fatto a botte con un altro uomo, probabilmente entrambi ubriachi. Era evidente che serviva suturare le ferite mettendo dei punti e così per la mia prima volta ho dato dei punti con tanto di anestesia locale...ma lascio alla vostra immaginazione in che condizioni igieniche e con che materiale! Finalmente alle 5 del pomeriggio il lavoro era terminato! Ieri invece, dopo le solite peripezie per somministrare i farmaci senza il materiale necessario, nel pomeriggio sempre Hellen mi chiede se voglio uscire con lei per andare nei villaggi a fare le vaccinazioni; purtroppo deve essere il personale sanitario qui che va alla ricerca delle persone da vaccinare perchè altrimenti le mamme non portano i propri bambini al dispensario, preferiscono andare nei campi a zappare e sinceramente in parte le capisco: si tratta di avere o meno del cibo! Dopo la prima tappa in una scuola ci fermiamo sotto a degli alberi nelle vicinanze di due grossi villaggi. Dobbiamo andare ad avvisare la gente che siamo arrivati e così con Hellen ci incamminiamo verso un villaggio...ora provate ad immaginare le scene dei documentari dove fanno vedere gruppi di capanne completamente circondate da rami di albero intrecciati a formare un recinto e un grosso ramo ricoperto da spine enormi a sbarrare l'unica via d'entrata: vi trovate davanti ai villaggi karimojon dove le persone vivono ancora nelle manyatte, capanne fatte di fango e sterco con il tetto di paglia! Facendo attenzione alle spine (che saranno lunghe almeno 5cm!) passiamo il cancello e ci incamminiamo dentro al villaggio; io seguo Hellen nel labirinto di strade finchè non dobbiamo entrare in un cortile che raccoglie un gruppo di capanne e per entrarci non possiamo fare altro che inginocchiarci e camminare a quattro zampe per passare in un'unica apertura tra il muro di rami alta non più di 50cm e larga 30...appena mi rialzo mi trovo circondata da manyatte e grazie ad Hellen che mi fa da interprete ho l'onore di poter entrare in una di queste sempre attraverso un cunicolo lungo e stretto dove devo letteralmente strisciare ed è un miracolo che non ci sia rimasta incastrata...appena dentro ho bisogno di aspettare che gli occhi si abituino al buio e nel frattempo la padrona di casa mi spiega, con Hellen che traduce per me in inglese, che la pelle di mucca che c'è per terra è il suo letto dove dorme ogni sera con il marito e lì vicino ci sono tre pietre dove accendono un fuoco per riscaldarsi e fare luce...che meraviglia! Dopo aver ringraziato usciamo e veniamo subito chiamate da un'altra donna...così dopo aver passato un'altra porticina ci troviamo sedute per terra circondate da un muro fatto di rami di legno, da una decina di bambini che mi guardano e toccano incuriositi mentre la donna ci da dell'acqua per lavarci le mani e ci offre del sorgo da mangiare dentro ad una mezza zucca che usano come piatto...incredibile come degli strumenti per noi apparentemente inutili per loro siano preziosissimi! E così immersa tra questi bambini, tra il profumo di latte, animali e polvere mi mangio soddisfatta il mio sorgo tostato contenta di aver colto anche questa volta le occasioni che l'Uganda mi sta regalando e torno a casa stanza ma felice!!

domenica 1 giugno 2014

Moroto - #3 Avventure!

Senza volerlo e senza saperlo...ho organizzato le tappe del mio viaggio avvicinandomi sempre di più, in maniera graduale, all'Africa più selvaggia! Quì a Moroto in Karamoja l'uomo vive in sintonia con la natura come mai avevo visto...gli uomini portano a pascolare le mandrie, c'è chi cerca di arare un pezzo di terra con un aratro trainato da due buoi, ci sono le donne che ogni giorni fanno chilometri di strada anche con 20 litri di acqua sulla testa, ci sono i classici villaggi circondati da bastoni di legno e spine per difendersi, c'è chi indossa con disinvoltura un solo pezzo di stoffa legato sulla spalla senza vergognarsi del proprio corpo, c'è chi si accovaccia in mezzo ai campi o ai bordi della strada per fare i propri bisogni...sintonia è proprio la parola giusta! E me ne accorgo quando vado con Marco, Gabriel e Philip a camminare sul Monte Moroto e incontro villaggi di Tepec in posti dove mi chiedo come possano sopravvivere; me ne accorgo quando scopro che quì dalla natura prendono tutto, anche lo spazzolino da denti!!

Venerdì abbiamo organizzato una festa per salutare Marco e Luana, la coppia che ho conosciuto quì a Moroto e che lavorava per l'associazione alla quale mi sto appoggiando adesso; il loro lavoro quì è finito esattamente ieri e così venerdì abbiamo mescolato le nostre culture preparando pizza, pocho, fagioli e capra...ma il pezzo forte è arrivato nel pomeriggio: il cutu-cutu! E' la birra locale fatta con mais e sorgo, una specie di pastone grigio-marrone, tenuto in una giara, al quale loro continuano ad aggiungere acqua bollente e con questo bevono e mangiano allo stesso tempo...ovviamente il risultato è l'ubriacatura, ma almeno così non sentono la fame! Beh spiegarvi che gusto abbia è impossibile...calda, un pò acida...preferisco sicuramente la nostra weizen!! E per concludere in bellezza la giornata non si poteva rinunciare ad una serata di danze tra i karimojon...assieme al personale e agli studenti che lavorano in Insieme Si Può siamo andati nella discoteca di Moroto a ballare e devo dire che era assolutamente un'esperienza da provare: unici muzungu in mezzo ai karimojon ci siamo scatenati o forse è meglio dire che gli ugandesi si sono scatenati! 

 Paesaggio durante il viaggio Gulu-Moroto

 Ragazze Karimojon che cuciscono la mia gonna!

 Villaggio Tepec sul monte Moroto

 Due Tepec sul monte Moroto

Drinking cutu-cutu!

giovedì 22 maggio 2014

Moroto #2 - Contraddizioni

Mano a mano che entri in punta di piedi in una realtà e cominci a conoscerla un po' più da vicino ti rendi conto di quanto possa essere meravigliosa e allo stesso tempo infima e meschina...imparare ad osservare, a farsi tante domande alle quali si sa già di non poter avere la risposta facile, non giudicare né puntare il dito...qui a Moroto dal lunedì al venerdì sto andando in un Health Center a dare una mano. Dove sono io, essendo un dispensario di terzo grado e cioè attrezzato anche per ricoverare eventualmente persone, sto imparando molte cose: riconoscere e curare malattie tropicali come malaria, brucellosi, tifo, shigella, visitare le donne incinta capendo a quale mese di gravidanza sono, sentendo il battito del feto, sto imparando a non spaventarmi di fronte a nuove sfide come incanulare un bambino di tre mesi per la mia prima volta...insomma ancora una volta è l'Africa che sta dando qualcosa a me!!

Ma poi capita di conoscere Paska, una bambina di cinque anni che arriva al dispensario in coma etilico e te la ritrovi davanti completamente senza sensi e congelata; la sera prima, probabilmente perchè aveva fame, ha cercato in casa qualsiasi cosa da mangiare e non trovando altro che waragi (una bevanda alcolica locale) si è riempita lo stomaco con quello...l'infermiera al dispensario non è riuscita a metterle ancora la flebo e chiede a me di provarci non appena mi vede arrivare...è in questi momenti che credo ci sia qualcuno che ti sostenga da non so dove, quando provo a infilarle un ago e ci riesco al primo colpo e riusciamo dopo un po' a svegliare la bambina. Poi capita che il medico ti chiami per andare a vedere una donna picchiata dal marito: si chiama Nasike e vedendo com'è conciata mi chiedo come abbia fatto ad arrivare fino da noi e provo un profondo senso di rabbia e tristezza...e mille domande affollano la testa anche se la maggior parte faranno fatica a trovare una risposta.

In tutto ciò poi queste persone mi sanno stupire con la loro voglia di vivere e provo a spiegarvi il perchè. Sabato ci sarà una festa per accogliere il nuovo vescovo di Moroto, un sacerdote tra l'altro italiano, che è arrivato ieri in città...tutti qui lo aspettavano con fermento pronte ad accoglierlo. Siamo tornati dal dispensario con il pick-up pieno di ragazze e ragazzi vestiti a festa con le loro gonne colorate, le stoffe avvolte attorno alla vita, i cappelli colorati e i gioielli ricchi di perline di ogni colore...durante il tragitto hanno cominciato a cantare e a suonare trombe e fischietti, la gente correva fuori dai villaggi lungo la strada salutando con mani e braccia...c'era anche chi sventolava rami di alberi tutti pronti ad aspettare e accogliere padre Damiano. Contraddizioni che sto conoscendo e imparando ad osservare senza giudicare...certo è che di fronte a tanta violenza e stupidità non si può rimanere indifferenti ma nemmeno è impossibile non lasciarsi contagiare da tanta gioia nell'accogliere l'altro come dono.

venerdì 9 maggio 2014

Moroto #1 - Colori!

Immaginate di chiudere gli occhi e di trovarvi nel mezzo del cartone de “Il re leone” proprio tra la natura sconfinata dove si vedono delle montagne all'orizzonte, alberi dalla chioma piatta che si stagliano neri contro il sole che tramonta, terra e polvere, pietre nude qua e là...toglieteci scimmie, leoni, facoceri e antilopi e al loro posto aggiungeteci capre ovunque, mandrie di mucche e figure di uomini alti e magri a piedi nudi avvolti da soli mantelli di stoffa colorata con in mano un bastone e uno strano oggetto di legno che usano come sedia-cuscino...ecco, se siete riusci ad immaginare vi trovate a Moroto! Karibu Karamoja!
Durante il viaggio Gulu-Moroto ho lasciato il verde della terra acoli per trovare il giallo e il grigio della Karamoja secca e arida dove gli unici alberi che crescono sono interamente ricoperti di spine enormi (una mi ha addirittura trapassato la suola della scarpa!); ho lasciato un orizzonte piatto per trovare un orizzonte rotto da qualche montagna qua e là: il monte Moroto, alle spalle della città di Moroto, e una serie di altre montagne che almeno aiutano ad orientarsi!
Qui adesso sono nella sede di Insieme Si Può, ho salutato Paolo e ho incontrato Marco e Luana...ho salutato tutti i bambini e il St Jude per mettermi in gioco in una nuova esperienza.
Da lunedì ho cominciato l'avventura all'Health Center Kidepo di Moroto. Qui come al solito non sono io ad insegnare qualcosa a loro, ma gli africani ad insegnare a me...sto imparando a conoscere segni, sintomi e trattamenti delle malattie tropicali come malaria, brucellosi, tifo, tubercolosi, diarrea, febbre enterica...a differenza del St Jude qui faccio un vero e proprio lavoro da infermiera: somministro farmaci, faccio vaccinazioni e punture, preparo e somministro flebo alle persone...sono felice perchè gli altri infermieri del posto si stanno fidando fin da subito di me e di quello che so fare anche se la mia esperienza praticamente è pari a zero! Ma la cosa migliore di questo posto, che fin da subito mi ha stregata...sono i colori...la gente qui è colorata ovunque: i vestiti sono colorati, i gioielli sono colorati, gli oggetti che usano sono colorati...sembrano quasi emanare colore come un'esplosione! Per non parlare dei colori che prende ogni sera il cielo al tramonto...e del cielo stellato che mi regala la croce del sud e il carro maggiore così grandi da pensare quasi di poterli toccare con un dito!! Colorate sono le stoffe delle gonne che le donne indossano e che oscillano a destra e a sinistra come in una danza mentre camminano, colorate sono le mille collane di perle che uomini donne e bambini indossano, colorate sono le stoffe sotto alle quali si nascondono bambini piccolissimi, colorato è questo mondo!!


Confesso che Gulu già mi manca, mi mancano i bambini, il pocho con i fagioli, l'acoli, Paolo e la sua ambulanza, le mamme, Lorenzo e le sue cuoche che per salutarmi mi hanno preparato una cena favolosa...mi manca essere svegliata dai bambini che corrono e urlano sotto la finestra di camera mia; come ogni cambiamento l'inizio non è facile ma anche qui ho già trovato tante persone amiche perchè è proprio vero: tra gli africani non ti senti mai da solo!

mercoledì 30 aprile 2014

Gulu #7 - Arrivederci Gulu

Ultimo post da Gulu...ma non ultimo post dall'Uganda! E chi si stanca mai di scoprire questo paese e questa gente meravigliosa?! Tante domande prima di partire per l'Africa, tante volte ho provato ad immaginare Gulu, l'orfanotrofio, la situazione che avrei trovato e ora se penso che sono già passati quasi tre mesi che sono qui...cos'è Gulu per me ora mi chiedo, cos'è il St Jude? Sono 150 bambini che ti chiamano per nome anche se tu non ricordi tutti i loro (impossibile!), sono le mamme che ti fanno sentire una figlia, sono Florence e Faith che ogni giorno hanno lavorato con me facendomi anche arrabbiare, è Amal che ti tende la mano con un super sorriso dicendo “abababa”, è Gerald con gli occhi che brillano, è Sonia che ora ha forza abbastanza per tenersi in piedi, è Cynthia che ora apre una mano che prima era un pugno chiuso, è Christine che prova a mangiare con la sinistra per solidarietà (visto che io mi sono sempre sforzata ad usare la destra!) mentre condividiamo pocho e fagioli, sono Lackica ed Emmanuel che ti abbracciano, è Philip che ti saluta con un sorriso a 100 denti quando lo riporti a casa per le vacanze dicendoti “ciao bella, me piase!”, sono Paolo e Lorenzo che condividono gioie e difficoltà dello stare in Africa, è la tailor che mi fa un regalo appena sa che vado via...potrei continuare ancora ma una parola può racchiudere tutto: Gulu è casa, perchè la casa non la fanno i muri ma la fanno le persone!

E poi ci sono gli imprevisti che rendono tutto piccante come la serata di lunedì...diciamo che qui non si possono proprio programmare le cose, si devono prendere come vengono perchè se si tratta di mettersi in macchina e spostarsi, chissà mai cosa succede!! E infatti lunedì sera macchina piena, 12 persone, destinazione Fort Patico con dei medici del Lacor Hospital con tappa in un villaggio per portare a casa una ragazza per le vacanze ma ad un certo punto un continuo rumore strano viene dalla ruota posteriore...ci fermiamo a guardare e vi troviamo un ferro enorme conficcato. Per fortuna c'è quella di ricambio anzi, se serve ce ne sono due e in velocità gli uomini a bordo cambiano la ruota bucata...si riparte e dopo nemmeno 5km bum...la ruota appena cambiata scoppia: letteralmente squarciata! Per fortuna di ruote di scorta ne avevamo due e quindi ne resta ancora una ma chissà se questa seconda tiene, sempre sul tetto sotto al sole le ruote si seccano e poi sono ruote che hanno già fatto la loro strada, queste hanno visto la guerra in Sud Sudan!! Ok dice Paolo “Cambiamo la ruota ma giriamo la macchina e torniamo indietro e meglio se diciamo pure un Ave Maria...che rivemo casa sanie salvi!”. La fortuna ha fatto che a casa ci siamo arrivati e per guardare sempre il lato positivo, non avremo visto il tramonto come volevamo noi ma la natura ci ha comunque regalato un cielo meraviglioso...Yelape, prendiamo quel che viene anche ridendoci sopra, this is Africa e questo di Gulu è solo un arrivederci!

 Philip finalmente a casa!


 Stoffe: l'imbarazzo della scelta.


 Seconda ruota andata: uomini al lavoro!


Ecco cosa possono regalare gli imprevisti


venerdì 18 aprile 2014

Gulu #6 - Lamaro

Lamaro...così mi chiamano adesso tra gli acoli! Qui non esistono cognomi come da noi; gli acoli hanno due nomi, uno dei quali viene scelto, per chi ci crede, dal destino...Ojok se nasci con qualche difetto, Opio e Ocen il primo e il secondo di due gemelli, Otim nato in terra straniera, Ocan se i genitori si sono sposati con poca dote perchè poveri, Akwero se si viene rifiutati dai genitori, Aber se sei particolarmente bella, Alal se sei stato abbandonato...i bambini qui hanno deciso che io mi chiamo Lamaro: colui che ama le persone e che è amato dalle persone! Non potevo desiderare nome migliore!
In questi giorni molti pensieri e riflessioni mi sono passati per la testa, un po' perchè sto entrando in punta di piedi sempre di più in questo mondo, un po' perchè sento che inizio ad accettare anche di non capire tutto, un po' perchè sento che qui inizio ad essere accettata per quello che sono. Pensavo a quante volte qui ho sentito pronunciare la frase “non ho tempo”...e la risposta è mai! Sono tre mesi che non sento e non vedo gente correre e affannarsi inutilmente e ammetto che ho fatto fatica ad abituarmici perchè mi sembrava veramente di “perdere tempo”, di “non avere tempo” per tutto...mi arrabbiavo vedendo gli altri prendersela con comodo quando di lavoro da fare ce né tanto; ma poi stop, mi sono fermata e ho pensato che forse sono io ad andare nel verso sbagliato o ad andare troppo velocemente verso la meta, si deve assaporare quello che ci sta nel mezzo!
Pensavo a quante volte qui mi sono sentita dire “perchè non rimani qui con noi per sempre?”...e a quante volte invece in Italia ho sentito pronunciare frasi piene di odio verso stranieri invitandoli a tornarsene a casa...Lamaro: amare ed essere amati dalle persone; è così semplice! Perchè il cielo stellato che ho visto ieri sera è lo stesso per tutti, l'aria che respiriamo è la stessa per tutti, il sole che vedo sorgere e tramontare ogni giorno è lo stesso per tutti, i ragazzi appassionati di calcio esistono ovunque, gli amori tra adolescenti pure, l'affetto tra mamma e figlio,...forse una cosa sola ci differenzia nel mondo, la fortuna di essere nati in un paese piuttosto che in un altro, che poi dipende da che punto di vista lo si guarda: siamo sicuri di essere noi i fortunati?! Riflessioni mie personali...le condivido con voi senza alcuna pretesa mentre nella testa ritorna spesso il mio nome...Lamaro!

Nel frattempo in quel della Guest house di Gulu si è aggiunto un nuovo coinquilino di nome Jimmy! Si è subito affezionato al nostro armadio-dispensa e alla camera di Paolo dove ha trovato un ottimo nascondiglio...e intanto si è messo all'ingrasso facendosi pure un'overdose di caffè! Chi è Jimmy? Un topo o per meglio dire una pantegana che da un po' di settimane ci sta facendo compagnia e vi lascio solo immagnare le avventure dei poveri Paolo e Paola che con una scopa in mano ogni sera provano a cacciarlo fuori dalle camere senza chissà che risultati: riusciranno i nostri eroi a bloccare le sue corse? Speriamo che la colla basti!!


Lamaro: Buona Pasqua!

giovedì 10 aprile 2014

Gulu/Kampala #5 - Il 7 e l'8

Forse qualcuno si ricorderà subiro che “Il 7 e l'8” è il titolo di un film di Ficarra e Picone, ma per me “Il 7 e l'8” vuol dire fatica, crescita, esperienza, collaborazione! Sono passate alcune settimane dall'ultimo post ma nel frattempo non sono rimasta con le mani in mano anzi; il lavoro da fare sembra aumentare sempre di più giorno per giorno e questo non può che essere positivo: vuol dire che ci stiamo dando da fare! Ma oltre al lavoro ci siamo regalati anche un bel giro turistico Kalongo-Pader-Patongo-Kitgum immersi nella natura africana, tra strade di terra rossa, mercati di frutta qua e là, pompe dell'acqua piene di gente attorno che riempie le proprie taniche per la giornata, ospedali e dispensari fondati e gestiti da fratelli Comboniani come quello di Kalongo, fondato dal comboniano dott. Ambrosoli...oasi di aiuto in posti dove altrimenti non ci sarebbe niente...assorbire tutto quello che si vede attorno, questa è la parola d'ordine!!!
Ma se a Gulu Africa vuol dire polvere, bambini, pocho e fagioli, colori, strade di terra piena di gente che cammina, mercati con verdure e frutta...ora posso dire che Kampala per me vuol dire opportunità! Quando 20 giorni fa ho ricevuto la telefonata dove mi si chiedeva se ero disposta ad accettare una nuova sfida, se avessi lasciato prevalere tutte le paure avrei perso l'opportunità che invece ho deciso di sfruttare lunedì e martedi: il 7 e l'8! Perchè se c'è una cosa che l'Africa mi sta insegnando è il buttarmi nelle occasioni credendo in me stessa e nelle mie potenzialità.
Domenica ho conosciuto un gruppo di italiani, composto da Stefano il cardiochirurgo, Marco l'anestesista, Cosimo il perfusionista, Francesco ed Enrico i cardiologi, Ambra e Sonia due infermiere spagnole, che appoggiati da un'associazione milanese sono venuti a Kampala per cercare di far partire un nuovo progetto per operare i bambini ugandesi, nati con difetti cardiaci congeniti, nell'ospedale governativo: il Mulago! A me è stato chiesto di affiancare il perfusionista che non conosce l'inglese e di fare praticamente da interprete tra lui e i medici africani durante le operazioni. Così ho trascorso assieme a questo gruppo la giornata di lunedì e martedì durante le tre operazioni previste e devo ammettere che sono contenta di aver accettato la sfida e posso dire ora che tutto è passato, che è stata una grande occasione di crescita e di confronto oltre che di conoscenza e divertimento! Ma vi confesso che sono contenta di ritornare a Gulu domani, tra la polvere e i miei bambini a mangiare pocho e fagioli perchè lì è dove sono riuscita a costrutire poco a poco relazioni semplici ma profonde con le persone che lavorano e vivono all'orfanotrofio, come Faith, una ragazza di 26 anni che sta diventando infermiera e ogni giorno segue le medicazioni e la fisioterapia con me. E' trascorrendo del tempo con le persone che si guadagna la loro fiducia ed è così che loro si aprono anche raccontandoti cose personali e delicate; Faith mi ha accompagnata spesso al mercato e durante l'ultima camminata (il mercato è lontano 40 minuti a piedi!) mi sono permessa di chiederle se lei si ricorda qualcosa del periodo in cui i ribelli, comandati da Kony, seminavano il terrore in tutto il nord Uganda. Lei mi ha raccontato di quando i ribelli sono arrivati nel suo villaggio e hanno rapito la sua mamma per tre giorni, mi ha raccontato di suo cugino che è stato rapito da bambino e arruolato come bambino soldato e che adesso ha seri problemi mentali, mi ha raccontato di tutte le notti in cui scappavano a dormire nella foresta perchè il villaggio non era sicuro, i ribelli avrebbero potuto arrivare in qualsiasi momento...Gulu e Kampala: due facce diverse dell'Uganda che, anche se in modo diverso, mi stanno regalando molte opportunità...mi chiedo cosa riserverà per me Moroto...

 Chiesa di Kalongo


 Farm di brother Elio 1


 Farm di brother Elio 2
(alla farm vengono seminate cipolle, kassawa, girasoli, fagioli...
tutto cibo da poter dare poi ai bambini del St. Jude!!)


 Mulago: traduzione in corso con Cosimo e Pasqualina


Mulago: Cosimo e Pasqualina al lavoro!


giovedì 20 marzo 2014

Gulu #4 - Un'altra strada!

“Gli africani non sono né più indietro né più avanti di noi, sono solo su un'altra strada!”
Trovo che questa frase sia perfetta per iniziare il mio post di oggi...soprattutto perchè pronunciata da un sacerdote di oltre 80 anni che vive in Africa da una vita e se vi chiedete come mai scelgo di cominciare così la risposta è semplice: perchè qui ci sono giorni in cui tutto va come dovrebbe, in cui ognuno fa il suo lavoro e giorni in cui manderesti tutto a quel paese!! Ma la cosa bella è che poi c'è sempre qualcosa di semplice e speciale a tirarmi su il morale...per esempio questa mattina, tanto per cambiare, mi sono ritrovata a fare fisioterapia da sola e chissà perchè quando le giornate iniziano storte, deve continuare ad andare tutte storte...tra una maratona di viaggi andata e ritorno spingendo passeggini fino alla stanza della fisioterapia, oggi quasi tutti i ragazzi si sono fatti i loro bisogni addosso e chi invece era ancora pulito ha pensato bene di farsela addosso sopra al materasso della fisioterapia! Per non parlare poi di Amal che forse pensava di aiutarmi a pulire il pavimento visto che mi ha rovesciato tutte le bottiglie di acqua per terra...a questo punto due potevano essere le cose da fare: arrabbiarsi e tenersi il nervoso o fare come dicono qui gli acoli: Yelape (se si scrive così!)...nessun problema! Così ho iniziato a fare fisioterapia mettendo un bel po' di musica e parlando in puro dialetto veneto con i bimbi...almeno loro ridevano e parlavano a modo loro...e io morivo altrettanto dal ridere!!
Ora scherzi a parte qui ci sono giorni in cui mi capita di pensare e farmi tante domande...e mi rispondo sempre dicendomi “sono in un'altra strada!”. E allora per staccare un po' dalla routine e goderci i paesaggi nel fine settimana io e Paolo al fine settimana ci concediamo qualche giro per le fantastiche strade ugandesi e qui, in onore di Mattia che forse riconosce il ponte, vi mostro cosa abbiamo dovuto attraversare per poter raggiungere la città di Lira!



La struttura del St.Jude, da quando è stata aperta la Consolation Home, si occupa di seguire persone con problemi di epilessia e paralisi cerebrale; dal 2011 oltre a seguire i ragazzi che vivono nella struttura ha iniziato a seguire anche famiglie direttamente nei loro villaggi, fornendo loro sia terapia antiepilettica al bisogno, sia organizzando giornate di meeting e training durante le quali qualsiasi genitore del villaggio può partecipare condividendo problematiche, miglioramenti o peggioramenti del proprio figlio e imparando alcune semplici tecniche da provare ad utilizzare per insegnare al proprio bambino a stare seduto, a camminare, a parlare...questi training vengono fatti da Samuel, un uomo veramente in gamba che lavora qui al St. Jude che cerca di far capire a questi genitori che anche i bambini epilettici o con problemi cerebrali possono imparare qualcosa e migliorare, anche se con più tempo rispetto ai bambini normali...mercoledì scorso siamo stati al villaggio di Amwru ed è stato bello, durante la condivisione iniziale del meeting, sentire i genitori raccontare che da quando il loro figlio prende la terapia non ha più avuto convulsioni e ha iniziato a camminare, che con un po' di pazienza e insistenza un altro bambino adesso riesce a dire mamma e papà, che può aiutare nei lavori in casa andando a prendere l'acqua alla pompa!! Questi sono aspetti sicuramente positivi e da valorizzare...è bello vedere la speranza e la gratitudine negli occhi delle persone nel momento in cui consegni loro le medicine per il prossimo mese!




Che non pensiate che il mio pocho e fagioli mangiato per terra con le mani sia terminato...si è solo evoluto con carne di capra...intestino precisamente...e termiti: niente male devo dire!!




mercoledì 12 marzo 2014

Gulu #3 - Cogliere le occasioni e vivere alla giornata!

Cogliere le occasioni e vivere alla giornata! Questa frase potrebbe riassumere perfettamente quello che fino ad ora ho imparato dall'Africa e dalla gente africana...ma c'è di più, c'è che ho imparato che qui i problemi non sono quelli di domani, ma sono quelli dell'oggi, del quotidiano...il trovare qualcosa da mangiare, il trovare i soldi per pagarsi le medicine per la malaria, il trovare il modo per pagare la scuola e garantire l'istruzione ai propri figli per altri tre mesi...e in tutto ciò cosa meglio di un sorriso per condire le giornate che passano scandite dal ritmo del sole?!
E allora anche io cerco di cogliere le occasioni che arrivano...in Aprile sarò a Kampala assieme ad una equipe di cardiochirurghi italiani per operare dei bambini. Non so ancora cosa concretamente dovrò fare, forse lo scoprirò il giorno prima, ma perchè preoccuparsi del domani quando ci sono altre cose da fare oggi?! E c'è che inizio a prenderci gusto nel cogliere le occasioni; andare a Kampala vorrebbe dire “perdere” una settimana della mia esperienza a Moroto e tanto vale fare tanti chilometri di strada per poi fermarsi pochi giorni in un posto...e c'è anche che di lavoro da fare qui a Gulu ce né tanto, di cose da dare e da ricevere ancora di più e proprio ora che mi sono affezionata ai bambini del St. Jude non può essere il momento per salutarli e partire per una nuova avventura...se i problemi si risolvono quando arrivano allora posso dire che per oggi la mia soluzione l'ho trovata: non aspettatemi il 7 maggio in aeroporto o dove volete voi perchè io non ci sarò...ci rivedremo a luglio!


Qui per il resto tutto prosegue e oggi voglio raccontarvi di alcuni angeli speciali che si chiamano mamme. Tutti i bambini dell'orfanotrofio vivono in casa assieme a delle mamme speciali che si occupano di loro, li vestono, li lavano, gli preparano da mangiare...ma ci sono delle mamme che sono ancora più speciali e sono le mamme della Consolation: mama Grace, mama Celestina, mama Esther, mama Viky...loro vivono vicino alla mia Guesthouse assieme ai loro figli naturali e in cambio di vitto e alloggio si prendono cura anche di tutti i bambini disabili che vivono qui. Si occupano di vestirli, lavarli e cambiarli ogni volta che si fanno la pipì addosso, preparargli da mangiare e imboccarli perchè la maggior parte di loro non è capace, coccolarli come se fossero loro figli, tenere pulita la casa e anche il giardino...e dopo tutto questo quando ti vedono fare fisioterapia o medicare qualche piaga o ti vedono giocare con i ragazzi sono le prime a guardarti con un sorriso e a dirti “apwoyo”...quando invece dovrei essere io la prima a ringraziare loro: angeli che in silenzio si prendono cura di bambini diversamente speciali...apwoyo!!

Vi regalo il sorriso di Amal!

lunedì 3 marzo 2014

Gulu #2

Oggi per me non è facile mettermi a scrivere in questo blog, non perchè non abbia la voglia o non mi senta bene, ma perchè le cose che mi succedono qui sono per me ormai la mia quotidianità, la mia casa e la mia famiglia...ma voglio cercare di raccontarvi dove sono e con chi sono e allora si parte dall'inizio, dal mattino quando mi ostino ancora a mettere la sveglia nel telefono ben sapendo che è una cosa inutile perchè qui c'è una sveglia speciale tutte le mattine e questa sveglia si chiama bambini!! C'è Gerald che ride seduto sulla sua sedia a rotelle sotto al mango tree, c'è Jackline che non parla ma fa il verso della pecora perchè non ha conosciuto altro che pecore nei primi tre anni della sua vita e ha vissuto con loro e sembra veramente di averne una in giardino, c'è Amal che non sa fare altro se non sputare e dire “baba” ma che da quanto sorride ha già le rughe attorno alla bocca...ci sono tutti i bambini orfani che al mattino corrono per andare a scuola e mi fanno da sottofondo mentre faccio colazione cantando prima l'inno ugandese e poi una canzone di saluto alla maestra...qui al St Jude tutti i ragazzi vanno a scuola al mattino e si sentono gli insegnati che spiegano, ogni tanto un'intera classe di ragazzi scoppia a ridere e quando dico una classr intendo 60 alunni!! Io passo la mattina con Florence e Faith nel dispensario cercando di fargli capire quale sia l'uso dei farmaci più strani che arrivano dall'Italia, cose qui anche inutili pensando che poi manca un semplice disinfettante, finchè non arriva l'ora della fisioterapia e allora si prendono Gerald, Joffrey, Sonia, Chintya, Nicolas, Moses, Isacc, Amal, Jackline, Bridget e si parte con giochi e cuscini cercando per lo meno di stimolarli e di rilassare per lo meno qualche muscolo che loro tengono perennemente contratto...e poi arriva l'ora di pranzo, le mamme hanno preparato il cibo per tutti e come ad ogni pasto il menu prevede pocho e fagioli da mangiare rigorosamente con le mani...e ormai ad ogni pasto mi trovo seduta per terra a condividere il piatto con qualche bambino sforzandomi di mangiare con la mano destra perchè io sarei mancina ma se mangio con la sinistra per loro è un'offesa perchè vorrebbe dire che il pasto non mi soddisfa...si prende un pezzetto di pocho, lo si modella con la mano, si schiaccia al centro in modo da farlo diventare tipo un cucchiaio, si immerge nei fagioli e poi tutto in bocca!!! Poi nel pomeriggio,dopo un po' di tranquillità nelle ore più calde (credetemi che qui in questi giorni fa veramente caldo e il sole picchia!!), non resta che uscire a divertirsi...e non servono grandi cose...appena esci una quindicina di bambini quasi completamente nudi e con un perenne moccio al naso ti vengono in contro e a loro basta essere lanciati in aria per essere i bambini più felici del mondo!! Se poi è una giornata fortunata mentra si va a prendere l'acqua alla pompa un tramonto bellissimo ti saluta per lasciare spazio ad un cielo stellato altrettanto bello da tenerti con il naso verso l'alto...questa e Gulu, questo è il St. Jude, questa è la mia nuova casa!!

 Joffrey


 Gerald


 Moses


 Sonia e Jackline


Tramonto alla pompa dell'acqua

giovedì 20 febbraio 2014

Gulu #1 - Vi racconto una storia

Polvere...polvere e ancora polvere...ecco come definirei Gulu a chi mi chiederebbe di descriverla con una parola!! Ma poi subito altre parole si affollerebbero nella testa...la prima assolutamente bambini!!
Dopo una perfetta settimana a Kampala conclusasi con una splendida cena tipica africana a base di matoke, cassava, bignewa, salsa di fagioli, avocado e carne...eccomi arrivata a Gulu al St. Jude, un orfanotrofio che accoglie più di 150 bambini orfani e quasi 50 bambini con diverse disabilità dall'autismo, alla distrofia muscolare, alla sindrome di down, a paraplegici e tetraplegici e epilettici; questi ultimi 50 sono accolti in una parte particolare della struttura chiamata Consolation Home e sono seguiti 24h-24h da donne africane che fanno loro da mamme. Chi ha solo problemio fisici riesci in questo modo ad andare a scuola visto che all'interno del St. Jude ci sono anche il Kinder Garden, Primary e Secondary school, unica struttura in tutta l'Uganda in grado di permettere l'accesso all'istruzione a bambini e ragazzi disabili.

Qui oltre a seguire tutti i ragazzi che sono costretti a vivere in carrozzina, facendo fare loro fisioterapia, medicando piaghe e possizionandoli come meglio si riesce nelle carrozzine, c'è anche un dispensario infermieristico dove sto cercando di inserirmi al fianco di Florence, l'infermiera, dando più che altro dritte sulla gestione buracratica del servizio...ma c'è una storia speciale che vi voglio raccontare. Questa storia non parla di bambini e non parla del St. Jude direttamente, ma parla di Akena, l'angelo del villaggio...il St. Jude con il suo dispensario si occupa di garantire assistenza sanitaria anche nei villaggi Acoli vicini ed è così che mi portano a conoscere Akena. Akena è un uomo di quasi 30 anni, forse, che una decina di anni fa, tornando dal lavoro nel bosco, ha subito un grave incidente che, a seguito di una botta sul collo, lo ha lasciato lesionato. Quando la moglie ha scoperto dell'accaduto è scappata con i tre figli lasciandolo completamente da solo. Ora Akena vive in una casa di mattoni costruitagli da fratel Elio Croce, il responsabile della struttura del St. Jude, che lo ha scoperto casualmente qualche anno fa quando ancora viveva in condizioni disumane. L'unica persona che si prende cura di lui è una bambina di 8 anni che non va a scuola. Lo conosco martedì quando Paolo, il volontario che è qui al St. Jude con me, mi porta da lui chiedendomi solo di guardargli la piaga al sacro e di medicargliela...ma ciò che si presenta agli occhi e all'olfatto non ci può lasciare indifferenti tanto che ieri siamo tornati da lui per portargli un materasso ad acqua antidecubito...viste le condizioni della stanza in cui vive decidiamo di portarlo fuori in carrozziane di far pulire la stanza piena di mozziconi di sigarette e bustine di metanolo...ma prima ci fa capire che ha bisogno di essere pulito perchè ancora nessuno si è degnato di togliergli ciò che fisiologicamente una persona produce...senza nessun problema lo sistemo per poi in carrozzina ma una volta fuori alla luce del sole mi faccio portare dell'acqua e inizio a lavarlo: spalle,schiena, collo, braccia, mani, viso, gambe e piedi...ed è emozionante vedere come quest'uomo seppur nella sua condizione mantenga la sua dignità. Se ancora ripenso a quel momento non posso che che pensare all'umiltà del gesto e all'umiltà di questo fragile ma forte uomo che mi regala un sorriso nel quale posso leggere tutta la sua gratitudine.

 Cena tipica africana


 Villaggio a Gulu


 Bambino dell'orfanotrofio


Bambini della Consolation...under the mango tree!!

martedì 11 febbraio 2014

Kampala 1 - Karibu Uganda!!

Ci sono viaggi che finiscono, viaggi che iniziano e viaggi che continuano...domenica per me e' stata una giornata particolare...mi sentivo come se stesse per finire un viaggio, come se stessi lasciando una parte di me, per iniziare un viaggio nuovo...ma forse pensandoci bene e' veramente solo un viaggio che continua, sono parti di me che si formano e che si mettono assieme.

Non pensavo sarebbe stato cosi' difficile ma quando c'e' chi ti saluta con un abbraccio, chi ti lega al collo una collana comprata facendo un viaggio in matatu apposta per te, chi a tutti I costi vuole farti assaggiare i samosa, chi ti prepara una torta, chi ti organizza una festa, chi ti soffia anche le stele filanti, chi canta e balla, chi ti stringe talmente forte da sollevarti da terra, chi piu' o meno di nascosto decide di accompagnarti fino all'aeroporto, chi ti augura tutta la fortuna di questo mondo dicendoti che l'amicizia e' come una rete che unisce...allora si i saluti diventano veramente difficili e toccano il cuore...soprattutto un saluto speciale...all'aeroporto...e a quella persona mi sento ora solo di dire un sincero ASANTE SANA!!!

Eccomi in Uganda...per continuare questo viaggio...fino a venerdi' sono ferma a Kampala ospite di Andrea e Marilisa e intanto ne approfitto per vedere la realta' di Father John; la scuola primaria, la secondaria, il dormitorio che stanno costruendo, l'ospedale...anche qui di lavoro da fare ce ne sarebbe tanto e in questi giorni, per quanto poco, cerco di dare una mano anche io. Questa mattina sono stata in ospedale a vedere come funziona la realta' qui assieme a due medici italiani...se i programmi non avranno variazioni venerdi' si parte per Gulu e li' ci saranno ad aspettarmi una quarantina di bambini tetraplegici da seguire. In realta' finche' netto mani e piedi sul posto non so di preciso cosa trovero' e cosa faro', ma il lavoro sicuramente sara' tanto!!

Lascio il Kenya, ma solo fisicamente, nel cuore tutte le persone che ho conosciuto li' vengono con me...accolgo l'Uganda pronta a vivere a pieno le persone che incontrero'...

venerdì 7 febbraio 2014

North Kinangop #4 Arrivederci!!

Meno due...il giorno della partenza/cambio stato si avvicina ed è arrivato il momento di iniziare a salutare le persone, gli amici che ci hanno accompagnato in queste tre settimane...
Nonostante sia già la terza settimana qui al North Kinangop, vi assicuriamo che qui nessuna giornata è mai uguale all'altra e continuiamo a stupirci delle emozioni che ogni giorno persone, luoghi e colori ci regalano.
Solo in quest'ultima settimana vi sveliamo (visto che molti forse se lo chiedono!!) che qui assolutamente non si può morire di fame ne tanto meno dimagrire!! Veniamo sempre viziate da gustosi piatti locali: chapati, ugali, suku mawiki...and so on...per non parlare poi della frutta tra cui non possiamo non citare il mango di cui siamo diventate esperte e ghiotte consumatrici!!
Sappiamo che in Italia il tempo non è dei migliori e anche su questo il Kenya non ci delude: quando il sole si fa sentire qui a 2600metri ci saranno almeno 28gradi! L'unico inconveniente sono le piogge improvvise e a questo punto non possiamo non raccontarvi della nostra camminata fino a Engineer: 7km di andata e alttrettanti di ritorno, ma mentre andando il sole bruciava, al ritorno ci siamo pure beccate la pioggia...ma quanto ne è valsa la pena visto che ci siamo trovate nel bel mezzo di un mercato africano, uniche mzungu!
In questa settimana, prima della partenza del gruppo di ortopedici, siamo riuscite a far visita ai bambini di Ol Kalou, che appena ci hanno viste si sono subito ricordati di noi accogliendoci con dei meravigliosi sorrisi!
In ambito professionale ormai potremmo ritenerci in grado di fare un cesareo da sole...e non potevamo farci mancare neppure i parti naturali...sappiate che le donne africane non urlano!! Oggi è stato l'ultimo giorno operativo in sala operatoria e iniziano i saluti conditi da scatti fotografici alla "ringo"!! Il bello è che quando loro vedono le foto affermano "so black!!"...sono meravigliosi...

Come conclusione di questo mese in Kenya letteralmente volato, vogliamo lasciarvi con una parola che per noi racchiude tutta questa esperienza: UPENDO...AMORE!!!


 Cooking chapati

 Mercato di Engineer

 I bambini di Ol Kalou

 Facciamo i compiti

 Ultimo giorno di lavoro

Ringo people...friends!!

sabato 1 febbraio 2014

North Kinangop #3 Quando la disabilità non fa la differenza

Ben ritrovati amici! Ci scusiamo se questo blog non viene aggiornato costantemente ma qui le giornate volano, la connessione internet scarseggia e noi vogliamo viverci a pieno la nostra Africa!!!
Sono stati giorni di partenze e arrivi; domenica abbiamo salutato Carlo, Elio e Giovanni, i nostri amici otorini persone umili e accoglienti che ci hanno dimostrato affetto e attenzione, con cui il divertimento è stato assicurato! E' poi arrivata un'equipe genovese di ortopedici...ecco...non possiamo dire lo stesso di loro, ma tralasciamo i dettagli perchè questo blog deve parlare solo delle bellezze dell'Africa e delle sue meravigliose persone!!!
Questo gruppo di ortopedici e anestesisti viene in Kenya ormai da una decina di anni per operare i bambini di Ol Kalou, una struttura che accoglie ragazzi con disabilità fisiche e mentali; operano circa 150 bambini in due settimane...facendo due conti una media di 15 interventi ortopedici correttivi al giorno: partono con le operazioni verso le 9 e finiscono sempre verso le 22...io e Silvia in questa settimana siamo state destinate al reparto che accoglie questi bambini per dare una mano visto che arrivano ogni giorno 15 bambini da Ol Kalou da sistemare nei letti e ripartono quelli operati il giorno precedente. La settimana  è volata dividendoci per metà giornata in reparto e metà in sala, dove l'infermiera dell'equipe, Paola anche lei, ci da la possibilità di metterci in gioco come infermiere!!!
Ma la cosa meravigliosa è vedere questi bambini in reparto, chi con in piedini storti, chi con una gamba più lunga dell'altra, chi con le gambe tutte storte, chi con malformazioni al viso, aiutarsi a vicenda e riuscire a superare le "barriere" fisiche come il camminare con una gamba sola senza avere stampelle...avreste dovuto vedere Susan, Ruth, Anne e Grace illuminarsi alla vista delle bolle di sapone; Angel divorare due tazze di porridge; Sonia seguirci per tutto il reparto strisciando sulle ginocchia ma con un sorriso enorme...ancora una volta da queste persone abbiamo tanto da imparare!!
Qui altro che serate mondane, le trascorriamo con guanti e mocho in mano per aiutare i ragazzi della sala a pulire una volta finiti gli interventi...è incredibile come basti così poco per guadagnare la loro fiducia tanto da essere invitate da Celine a vedere casa sua...concludiamo con una frase che ci è stata regalata due domeniche fa a Mochongoi da parte di un catechista africano che ci ha salutate dicendo:

"Siamo contenti di avervi qui come nostri ospiti
non per il vostro colore della pelle,
ma perchè pensiamo che ogni ospite
sia una benedizione."

 Noi assieme agli otorini Giovanni e Elio e all'infermiere Carlo


 Ol Kalou: Sonia e Diana


 Ol Kalou: Sonia e la sua solarità!!


 Ol Kalou


 Entrata del North Kinangop


Un meraviglioso regalo!!

sabato 25 gennaio 2014

North Kinangop #2 - Occasioni!!

Occasioni...non c'è parola più giusta per descrivere questa prima settimana trascorsa all'ospedale...come si sa l'arrivo in un posto nuovo è sempre destabilizzante, per quanto poco ti mette sempre in discussione, ma il riuscire a trasformare le paure in coraggio mettendosi in gioco è la chiave giusta per creare e sfruttare occasioni!! Ieri pomeriggio sono partiti per tornare a casa Giulia, Michele, Alberto, Osvaldo e Giandomenico...compagni di viaggio che abbiamo conosciuto qui al North Kinangop e domani partiranno anche Elio, Carlo e Giovanni, ma è anche vero che ad ogni partenza corrisponde un nuovo arrivo e da domani sera ci saranno con noi gli ortopedici di Genova: sarà sicuramente un'altra occasione di crescita!! 
E' incredibile come qui con i medici italiani e non si instauri un rapporto di amicizia che il più delle volte in Italia sarebbe impensabile; si ride si scherza ci si confronta sui tanti paradossi che stiamo vedendo qui in ospedale...e si va anche a fare qualche passeggiata in compagnia!!!
Questa settimana abbiamo conosciuto il reparto di chirurgia e le sale operatorie e devo dire che è stata una crescita continua che mi ha regalato specialmente ieri un'esperienza unica e meravigliosa...ho potuto assistere direttamente ad un parto cesareo collaborando con un'intera equipe di medici e infermieri africani!! Un perfetto "scrub" delle mani, si indossa camice e guanti sterili e assieme al dottor Peter e alla strumentista Teresa si parte con un intervento chirurgico vero e proprio: Peter e Teresa cercavano di farmi capire in inglese cosa fare, come muovermi; Peter con molta pazienza mi spiega passo per passo quello che stiamo facendo...e nasce uno splendido bambino!!! E' stata un'emozione poter operare e collaborare con un'intera equipe africana, occasioni che altrimenti non avrei mai avuto, occasioni da cogliere al volo, occasioni di crescita e maturazione!! Martedì dovrebbe essere il turno di Silvia!!!
Nelle prossime due settimane sono sicura che ci saranno altre meravigliose occasioni, tutto sta mettersi in gioco senza aver paura di sbagliare e fare figuracce perchè come ci insegnano gli africani...basta riderci sopra!!!


 Il mercato fuori dell'ospedale!!

 Passeggiata attorno all'ospedale

 Giulia, Charles e Silvia...pronti al lavoro...
Io all'opera: my first operation!!!

martedì 21 gennaio 2014

North Kinangop #1

Mambo!!! Secondo giorno all'ospedale andato...tanta preoccupazione per il posto nuovo ma come sempre l'accoglienza delle persone qui ci sorprende...mattinata in chirurgia e già le persone ci salutano e ci sorridono in modo diverso, sia il personale che i pazienti!!! Iniziamo a fare concretamente qualcosa e già ci sentiamo importanti. Veniamo accolte talmente bene che ci invitano anche per il "tè break chai!!". La mattina passa abbastanza veloce ma ci chiediamo cosa fare nel pomeriggio...il gruppo di otorinolaringoiatri purtroppo oggi non opera ma decidiamo lo stesso di provare ad andare in sala operatoria a sbirciare!! Entriamo e per fortuna troviamo Daniel, ormai un amico, a cui chiedere "Can we see any operation now?!" e lui subito con il sorriso ci risponde "Yessss"!! Chiediamo se si possono fare anche foto e in tutta tranquillità risponde che non c'è nessun problema, si può!! Pronte con le nostre divise verdi entriamo e salutiamo l'anestesista Charles, già conosciuto in reparto, e conosciamo Felix il medico, Charles un infermiere, Lorenz un altro anestesista e Joseph uno studente infermiere. L'accoglienza che riceviamo è veramente indescrivibile, ci si sente subito accolti in famiglia!! Terminato il turno Joseph si offre di venire con noi a fare un giro a piedi fuori dall'ospedale e tra una chiacchiera e l'altra ci invita a casa sua una delle prossime sere...poco dopo anche Daniel, che abbiamo trovato per la strada, ci invita a conoscere le sue bambine in uno dei prossimi giorni...non ci sono parole per descrivere l'accoglienza che c'è qui per gli ospiti!!
La giornata non poteva concludersi meglio se non con una nuova esperienza: mungere le mucche!! E anche questa è fatta...sotto ad un cielo stellato speciale, buonanotte a tutti!!

P.S. come richiesto da qualcuno eccovi alcune foto (la scelta è stata difficile!!)




 Frutta venduta ovunque!!!


 Non ci sono parole: Rift Valley



 Panorami cittadini: Karandi



 Andando a messa


E' ora di fare il bucato!!