lunedì 28 settembre 2015

Va dove ti porta il cuore!

Ciao amici! Ebbene sì, dopo poco più di un anno in cui vi ho salutato decido di riprendere in mano questo meraviglioso blog ancora una volta per riempirlo di emozioni e storie che tra pochi giorni mi riempiranno nuovamente il cuore...ok, impossibile esprimere a parole quello che si prova ma credetemi che la felicità è tanta come quando un bambino mangia il suo piatto preferito, lo divora...ecco sì, credo che in questi momenti purtroppo rari si riscopre la felicità fatta bambino! Quando poco ti interessa di quello che ti sta attorno perchè senti solo lo stomaco che va sotto sopra, il cuore che inizia a battere forte, il respiro si fa veloce e superficiale: emozione! Questa volta da Londra a Entebbe, sempre due aerei a dividere "questo mondo" da "quel mondo"...una valigia piena forse anche di troppe cose superflue e...sogni, emozioni! A presto amici...

PS: I do my apologies for those that don't understand italian! I will try to write in english as well, otherwise...help yourself with google translator!!

martedì 8 luglio 2014

Rossano Veneto #1 - L'Africa è...

L'Africa è: Raffaele, Sandro, James, Sam, Maurizio, John, Sam, Monica, Mariano, Alan, Nancy, James, Giulia, Michele, Osvaldo, Silvia, Antony, Norberta, Joseph, Giandomenico, Elio, Paolina, Elisanna, Carlo, Giovanni, Masaba, Charles, Elizabet, Cecilia, Daniel, Teresa, Dorinne, Edward, Marta, Charles, Ezechiel, Ciprian, Eugenio, Silvia, Rose, Elisanna, Denis, Antony, Philip, Flora, Grance, Giancarlo, Mama Lucy, Eric, Peter, Sandro, Simba, Kasimba, Bella, Monica, Martina, John, Alice, Elisabetta, Piergiorgio, Antony, Franco, Gianna, Gabriella, Alberto, James, Ernest, Emanuele, Paola, Silvia, Federico, Sonia, Dayana, Isac, Ruth, Mercy, Ester, Elizabeth, Lorentz, David, Ester, Mary, Angel, Celinne, Lucy, Anasthasia, Susan, Grace, Ann, Linigstone, Ruth, Antony, Marco, Stefana, Dominique, Anisia, Zaccaria, Benjamin, Silvia, Sara, Andrea, Marilisa, Alice, Camilla, Elisa, Alberto, Cristian, Michael, Grace, Marta, James, Cinzia, Robert, Orsola, Florence, Faith, Paolo, Samuel, Giulios, Amal, Geoffrey, Gerald, Linda, Lina, Franca, Nancy, Chintya, Dorotea, Larem, Ramon, Lorenzo, Nicholas, Gladys, Anna, Cosmas, Moses, Moris, Mama Grace, Mama Celestina, Bridget, Isacc, Jackline, Sonia, Akena, Patrick, Francesca, Paolo, Nicolò, Emmanuel, Philip, Giovanna, Claudio, Mama Ester,Christine, Vincent, Prossy, Paul, Vincent, Brian, Dorotea, Emmanuel, Mama Vicky, Lucy, Rosemary, Giulio, Samuel, Ketty, Filda, Francisca, Sharon, Munghissa, Clara, Santa, Nancy, Prossy, Sunday, Irene, Ogen, Samuel, Monica, Ambros,  Lorena, Eleonora, Santo, Leonardo, Giulia, Anna, Davide, Cosimo, Stefano, Pascalin, Ambra, Nancy, Marco, Enrico, Francesco, Sonia, Alan, Ambros, Brenda, Jackson, Nancy, Florence, Sara, Agnes, Angela, Katia, Valentina, Franca, Gino, Mario, Eunice, Luana, Gabriel, Philip, Marco, Ben, Paul, Narù, Teresina, Hellen, Maria Alex, Patrick, Cosmas Mzungu, Lalogno, Rambo, Licia, Jacob, Nicolas, Alfred, Raphael, Isaia, Eric, Bruno, Balotelli, Bruno, Martina, Marta, Rossanigo, Rose, Malinga, Anna, Barbra, Goretti, Abibi, Nasike, Paska, Palmini, Emmanuel, Alfred, Dana, Franz, Pierpaolo, Sandra, Mina, Wilma, Max, Maria, Nakiru, Masaba, Claudio, Francesca, Luca, Elena, Nicola, Lobur, Achiotoi, Kisito, Barbara, Simone, Alessandro, Carol, Mario, Marina, Michele, Prossy, Florence, Nancy, Comboni, David, Aldo, Paolino, Katia, Valentina, Angela, Moses, Daniel, Fausta, Daniela, Jane, Elio, Bruno, Stefano, Gilda!

L'Africa è un continente troppo grande per poterlo descrivere. E' un oceano, un pianeta a sé stante, un cosmo vario e ricchissimo. E' solo per semplice e pura comodità che lo chiamiamo Africa...ma ora io so cosa, o meglio chi, è per me Africa!!

giovedì 12 giugno 2014

Moroto #4 - Manyatta...che figatta!!

Non posso di certo dire che le giornate qui siano noiose...quando pensi che tutto sia tranquillo e la giornata trascorra normalmente...ecco che qualcosa succede a rendere ogni giorno diverso dall'altro per qualcosa di speciale!! Lunedì qui c'è stata festa nazionale e così mi sono guadagnata un lungo week end di riposo; ne ho approfittato per chiamare Ben e Gabriel e organizzare con loro una camminata in montagna fino a raggiungere le St. Lorenz pools. Siamo partiti assieme dalla casa dove abito adesso, abbiamo raggiunto la cima di una prima montagna per poi camminare in quota e raggiungere delle pozze d'acqua in cima alla montagna da dove si vedeva tutta la karamoja davanti e ovviamente non mi sono fatta scappare l'occasione di farci il bagno: quando mai mi ricapiterebbe?! E' stata una bella occasione anche per passare una giornata in compagnia di due karimojon che mi hanno raccontato parecchie cose su di loro e sulla loro cultura! Ma alla faccia del week end lungo di riposo...con le giornate di martedì e di ieri al dispensario ho recuperato tutto il lavoro che non ho fatto lunedì...come scrivevo, qui ogni giorno c'è qualcosa che aggiunge sale alla giornata! Martedì al dispensario mi sono ritrovata con Hellen, l'infermiera che segue la stanza delle iniezioni, completamente senza siringhe e cerotti per bloccare le canule...in questi casi viene spontaneo chiedersi "ok, cosa è meglio fare...arrangiarsi con quel poco che resta o lasciare le persone senza terapia?". Così con le 4 siringhe rimaste abbiamo somministrato tutti i farmaci possibili e sono spuntati ovunque fili di nylon e pezzi di borse di plastica per tenere ferme le canule: pazzesco! Ma il pezzo forte della giornata è arrivato nel pomeriggio quando si è presentato un uomo con due profonde ferite alla testa: aveva fatto a botte con un altro uomo, probabilmente entrambi ubriachi. Era evidente che serviva suturare le ferite mettendo dei punti e così per la mia prima volta ho dato dei punti con tanto di anestesia locale...ma lascio alla vostra immaginazione in che condizioni igieniche e con che materiale! Finalmente alle 5 del pomeriggio il lavoro era terminato! Ieri invece, dopo le solite peripezie per somministrare i farmaci senza il materiale necessario, nel pomeriggio sempre Hellen mi chiede se voglio uscire con lei per andare nei villaggi a fare le vaccinazioni; purtroppo deve essere il personale sanitario qui che va alla ricerca delle persone da vaccinare perchè altrimenti le mamme non portano i propri bambini al dispensario, preferiscono andare nei campi a zappare e sinceramente in parte le capisco: si tratta di avere o meno del cibo! Dopo la prima tappa in una scuola ci fermiamo sotto a degli alberi nelle vicinanze di due grossi villaggi. Dobbiamo andare ad avvisare la gente che siamo arrivati e così con Hellen ci incamminiamo verso un villaggio...ora provate ad immaginare le scene dei documentari dove fanno vedere gruppi di capanne completamente circondate da rami di albero intrecciati a formare un recinto e un grosso ramo ricoperto da spine enormi a sbarrare l'unica via d'entrata: vi trovate davanti ai villaggi karimojon dove le persone vivono ancora nelle manyatte, capanne fatte di fango e sterco con il tetto di paglia! Facendo attenzione alle spine (che saranno lunghe almeno 5cm!) passiamo il cancello e ci incamminiamo dentro al villaggio; io seguo Hellen nel labirinto di strade finchè non dobbiamo entrare in un cortile che raccoglie un gruppo di capanne e per entrarci non possiamo fare altro che inginocchiarci e camminare a quattro zampe per passare in un'unica apertura tra il muro di rami alta non più di 50cm e larga 30...appena mi rialzo mi trovo circondata da manyatte e grazie ad Hellen che mi fa da interprete ho l'onore di poter entrare in una di queste sempre attraverso un cunicolo lungo e stretto dove devo letteralmente strisciare ed è un miracolo che non ci sia rimasta incastrata...appena dentro ho bisogno di aspettare che gli occhi si abituino al buio e nel frattempo la padrona di casa mi spiega, con Hellen che traduce per me in inglese, che la pelle di mucca che c'è per terra è il suo letto dove dorme ogni sera con il marito e lì vicino ci sono tre pietre dove accendono un fuoco per riscaldarsi e fare luce...che meraviglia! Dopo aver ringraziato usciamo e veniamo subito chiamate da un'altra donna...così dopo aver passato un'altra porticina ci troviamo sedute per terra circondate da un muro fatto di rami di legno, da una decina di bambini che mi guardano e toccano incuriositi mentre la donna ci da dell'acqua per lavarci le mani e ci offre del sorgo da mangiare dentro ad una mezza zucca che usano come piatto...incredibile come degli strumenti per noi apparentemente inutili per loro siano preziosissimi! E così immersa tra questi bambini, tra il profumo di latte, animali e polvere mi mangio soddisfatta il mio sorgo tostato contenta di aver colto anche questa volta le occasioni che l'Uganda mi sta regalando e torno a casa stanza ma felice!!

domenica 1 giugno 2014

Moroto - #3 Avventure!

Senza volerlo e senza saperlo...ho organizzato le tappe del mio viaggio avvicinandomi sempre di più, in maniera graduale, all'Africa più selvaggia! Quì a Moroto in Karamoja l'uomo vive in sintonia con la natura come mai avevo visto...gli uomini portano a pascolare le mandrie, c'è chi cerca di arare un pezzo di terra con un aratro trainato da due buoi, ci sono le donne che ogni giorni fanno chilometri di strada anche con 20 litri di acqua sulla testa, ci sono i classici villaggi circondati da bastoni di legno e spine per difendersi, c'è chi indossa con disinvoltura un solo pezzo di stoffa legato sulla spalla senza vergognarsi del proprio corpo, c'è chi si accovaccia in mezzo ai campi o ai bordi della strada per fare i propri bisogni...sintonia è proprio la parola giusta! E me ne accorgo quando vado con Marco, Gabriel e Philip a camminare sul Monte Moroto e incontro villaggi di Tepec in posti dove mi chiedo come possano sopravvivere; me ne accorgo quando scopro che quì dalla natura prendono tutto, anche lo spazzolino da denti!!

Venerdì abbiamo organizzato una festa per salutare Marco e Luana, la coppia che ho conosciuto quì a Moroto e che lavorava per l'associazione alla quale mi sto appoggiando adesso; il loro lavoro quì è finito esattamente ieri e così venerdì abbiamo mescolato le nostre culture preparando pizza, pocho, fagioli e capra...ma il pezzo forte è arrivato nel pomeriggio: il cutu-cutu! E' la birra locale fatta con mais e sorgo, una specie di pastone grigio-marrone, tenuto in una giara, al quale loro continuano ad aggiungere acqua bollente e con questo bevono e mangiano allo stesso tempo...ovviamente il risultato è l'ubriacatura, ma almeno così non sentono la fame! Beh spiegarvi che gusto abbia è impossibile...calda, un pò acida...preferisco sicuramente la nostra weizen!! E per concludere in bellezza la giornata non si poteva rinunciare ad una serata di danze tra i karimojon...assieme al personale e agli studenti che lavorano in Insieme Si Può siamo andati nella discoteca di Moroto a ballare e devo dire che era assolutamente un'esperienza da provare: unici muzungu in mezzo ai karimojon ci siamo scatenati o forse è meglio dire che gli ugandesi si sono scatenati! 

 Paesaggio durante il viaggio Gulu-Moroto

 Ragazze Karimojon che cuciscono la mia gonna!

 Villaggio Tepec sul monte Moroto

 Due Tepec sul monte Moroto

Drinking cutu-cutu!

giovedì 22 maggio 2014

Moroto #2 - Contraddizioni

Mano a mano che entri in punta di piedi in una realtà e cominci a conoscerla un po' più da vicino ti rendi conto di quanto possa essere meravigliosa e allo stesso tempo infima e meschina...imparare ad osservare, a farsi tante domande alle quali si sa già di non poter avere la risposta facile, non giudicare né puntare il dito...qui a Moroto dal lunedì al venerdì sto andando in un Health Center a dare una mano. Dove sono io, essendo un dispensario di terzo grado e cioè attrezzato anche per ricoverare eventualmente persone, sto imparando molte cose: riconoscere e curare malattie tropicali come malaria, brucellosi, tifo, shigella, visitare le donne incinta capendo a quale mese di gravidanza sono, sentendo il battito del feto, sto imparando a non spaventarmi di fronte a nuove sfide come incanulare un bambino di tre mesi per la mia prima volta...insomma ancora una volta è l'Africa che sta dando qualcosa a me!!

Ma poi capita di conoscere Paska, una bambina di cinque anni che arriva al dispensario in coma etilico e te la ritrovi davanti completamente senza sensi e congelata; la sera prima, probabilmente perchè aveva fame, ha cercato in casa qualsiasi cosa da mangiare e non trovando altro che waragi (una bevanda alcolica locale) si è riempita lo stomaco con quello...l'infermiera al dispensario non è riuscita a metterle ancora la flebo e chiede a me di provarci non appena mi vede arrivare...è in questi momenti che credo ci sia qualcuno che ti sostenga da non so dove, quando provo a infilarle un ago e ci riesco al primo colpo e riusciamo dopo un po' a svegliare la bambina. Poi capita che il medico ti chiami per andare a vedere una donna picchiata dal marito: si chiama Nasike e vedendo com'è conciata mi chiedo come abbia fatto ad arrivare fino da noi e provo un profondo senso di rabbia e tristezza...e mille domande affollano la testa anche se la maggior parte faranno fatica a trovare una risposta.

In tutto ciò poi queste persone mi sanno stupire con la loro voglia di vivere e provo a spiegarvi il perchè. Sabato ci sarà una festa per accogliere il nuovo vescovo di Moroto, un sacerdote tra l'altro italiano, che è arrivato ieri in città...tutti qui lo aspettavano con fermento pronte ad accoglierlo. Siamo tornati dal dispensario con il pick-up pieno di ragazze e ragazzi vestiti a festa con le loro gonne colorate, le stoffe avvolte attorno alla vita, i cappelli colorati e i gioielli ricchi di perline di ogni colore...durante il tragitto hanno cominciato a cantare e a suonare trombe e fischietti, la gente correva fuori dai villaggi lungo la strada salutando con mani e braccia...c'era anche chi sventolava rami di alberi tutti pronti ad aspettare e accogliere padre Damiano. Contraddizioni che sto conoscendo e imparando ad osservare senza giudicare...certo è che di fronte a tanta violenza e stupidità non si può rimanere indifferenti ma nemmeno è impossibile non lasciarsi contagiare da tanta gioia nell'accogliere l'altro come dono.

venerdì 9 maggio 2014

Moroto #1 - Colori!

Immaginate di chiudere gli occhi e di trovarvi nel mezzo del cartone de “Il re leone” proprio tra la natura sconfinata dove si vedono delle montagne all'orizzonte, alberi dalla chioma piatta che si stagliano neri contro il sole che tramonta, terra e polvere, pietre nude qua e là...toglieteci scimmie, leoni, facoceri e antilopi e al loro posto aggiungeteci capre ovunque, mandrie di mucche e figure di uomini alti e magri a piedi nudi avvolti da soli mantelli di stoffa colorata con in mano un bastone e uno strano oggetto di legno che usano come sedia-cuscino...ecco, se siete riusci ad immaginare vi trovate a Moroto! Karibu Karamoja!
Durante il viaggio Gulu-Moroto ho lasciato il verde della terra acoli per trovare il giallo e il grigio della Karamoja secca e arida dove gli unici alberi che crescono sono interamente ricoperti di spine enormi (una mi ha addirittura trapassato la suola della scarpa!); ho lasciato un orizzonte piatto per trovare un orizzonte rotto da qualche montagna qua e là: il monte Moroto, alle spalle della città di Moroto, e una serie di altre montagne che almeno aiutano ad orientarsi!
Qui adesso sono nella sede di Insieme Si Può, ho salutato Paolo e ho incontrato Marco e Luana...ho salutato tutti i bambini e il St Jude per mettermi in gioco in una nuova esperienza.
Da lunedì ho cominciato l'avventura all'Health Center Kidepo di Moroto. Qui come al solito non sono io ad insegnare qualcosa a loro, ma gli africani ad insegnare a me...sto imparando a conoscere segni, sintomi e trattamenti delle malattie tropicali come malaria, brucellosi, tifo, tubercolosi, diarrea, febbre enterica...a differenza del St Jude qui faccio un vero e proprio lavoro da infermiera: somministro farmaci, faccio vaccinazioni e punture, preparo e somministro flebo alle persone...sono felice perchè gli altri infermieri del posto si stanno fidando fin da subito di me e di quello che so fare anche se la mia esperienza praticamente è pari a zero! Ma la cosa migliore di questo posto, che fin da subito mi ha stregata...sono i colori...la gente qui è colorata ovunque: i vestiti sono colorati, i gioielli sono colorati, gli oggetti che usano sono colorati...sembrano quasi emanare colore come un'esplosione! Per non parlare dei colori che prende ogni sera il cielo al tramonto...e del cielo stellato che mi regala la croce del sud e il carro maggiore così grandi da pensare quasi di poterli toccare con un dito!! Colorate sono le stoffe delle gonne che le donne indossano e che oscillano a destra e a sinistra come in una danza mentre camminano, colorate sono le mille collane di perle che uomini donne e bambini indossano, colorate sono le stoffe sotto alle quali si nascondono bambini piccolissimi, colorato è questo mondo!!


Confesso che Gulu già mi manca, mi mancano i bambini, il pocho con i fagioli, l'acoli, Paolo e la sua ambulanza, le mamme, Lorenzo e le sue cuoche che per salutarmi mi hanno preparato una cena favolosa...mi manca essere svegliata dai bambini che corrono e urlano sotto la finestra di camera mia; come ogni cambiamento l'inizio non è facile ma anche qui ho già trovato tante persone amiche perchè è proprio vero: tra gli africani non ti senti mai da solo!

mercoledì 30 aprile 2014

Gulu #7 - Arrivederci Gulu

Ultimo post da Gulu...ma non ultimo post dall'Uganda! E chi si stanca mai di scoprire questo paese e questa gente meravigliosa?! Tante domande prima di partire per l'Africa, tante volte ho provato ad immaginare Gulu, l'orfanotrofio, la situazione che avrei trovato e ora se penso che sono già passati quasi tre mesi che sono qui...cos'è Gulu per me ora mi chiedo, cos'è il St Jude? Sono 150 bambini che ti chiamano per nome anche se tu non ricordi tutti i loro (impossibile!), sono le mamme che ti fanno sentire una figlia, sono Florence e Faith che ogni giorno hanno lavorato con me facendomi anche arrabbiare, è Amal che ti tende la mano con un super sorriso dicendo “abababa”, è Gerald con gli occhi che brillano, è Sonia che ora ha forza abbastanza per tenersi in piedi, è Cynthia che ora apre una mano che prima era un pugno chiuso, è Christine che prova a mangiare con la sinistra per solidarietà (visto che io mi sono sempre sforzata ad usare la destra!) mentre condividiamo pocho e fagioli, sono Lackica ed Emmanuel che ti abbracciano, è Philip che ti saluta con un sorriso a 100 denti quando lo riporti a casa per le vacanze dicendoti “ciao bella, me piase!”, sono Paolo e Lorenzo che condividono gioie e difficoltà dello stare in Africa, è la tailor che mi fa un regalo appena sa che vado via...potrei continuare ancora ma una parola può racchiudere tutto: Gulu è casa, perchè la casa non la fanno i muri ma la fanno le persone!

E poi ci sono gli imprevisti che rendono tutto piccante come la serata di lunedì...diciamo che qui non si possono proprio programmare le cose, si devono prendere come vengono perchè se si tratta di mettersi in macchina e spostarsi, chissà mai cosa succede!! E infatti lunedì sera macchina piena, 12 persone, destinazione Fort Patico con dei medici del Lacor Hospital con tappa in un villaggio per portare a casa una ragazza per le vacanze ma ad un certo punto un continuo rumore strano viene dalla ruota posteriore...ci fermiamo a guardare e vi troviamo un ferro enorme conficcato. Per fortuna c'è quella di ricambio anzi, se serve ce ne sono due e in velocità gli uomini a bordo cambiano la ruota bucata...si riparte e dopo nemmeno 5km bum...la ruota appena cambiata scoppia: letteralmente squarciata! Per fortuna di ruote di scorta ne avevamo due e quindi ne resta ancora una ma chissà se questa seconda tiene, sempre sul tetto sotto al sole le ruote si seccano e poi sono ruote che hanno già fatto la loro strada, queste hanno visto la guerra in Sud Sudan!! Ok dice Paolo “Cambiamo la ruota ma giriamo la macchina e torniamo indietro e meglio se diciamo pure un Ave Maria...che rivemo casa sanie salvi!”. La fortuna ha fatto che a casa ci siamo arrivati e per guardare sempre il lato positivo, non avremo visto il tramonto come volevamo noi ma la natura ci ha comunque regalato un cielo meraviglioso...Yelape, prendiamo quel che viene anche ridendoci sopra, this is Africa e questo di Gulu è solo un arrivederci!

 Philip finalmente a casa!


 Stoffe: l'imbarazzo della scelta.


 Seconda ruota andata: uomini al lavoro!


Ecco cosa possono regalare gli imprevisti