sabato 2 febbraio 2008

Peace for Kenya... 01/02/2008

Un profondo dolore. Dolore, che ti si incastra nella pancia
Dolore per tutte le vittime di questa assurda violenza. Dolore per tutti i bimbi, i papà, le mamme che hanno dovuto lasciare la loro casa, le loro amicizie, i loro lavori... dolore nel vedere come la paura ha vinto..
Un sogno, un incubo notturno.. e poi ti svegli al mattino, ed è amaro, doloroso capire che è tutto vero..
La goccia che ha fatto trabboccare il vaso sono state le elezioni. Elezioni contese, dubbie... insomma manipolate, truccate.. Sono scoppiate violenze a Nairobi, a Kisumu, ad Eldoret a Molo...
La mia zona, sembrava esente.. su 360.000 persone.. 355000 kikuyu, 5000 sono di altre tribù.
Poi le violenze sono arrivate e Nakuru.. che dista 50km da noi.. a Gilgil altri 50 km, a Naivasha... con morti, sfollati.. proprietà bruciate...
Infine domenica, i primi spari a Nyahururu, e subito la stazione di polizia si riempita di Luo, kalenji, Luya.. Sono bastati pochi spari.. è la paura ha vinto ogni cuore..
Sono bastati alcuni spari e tutti si vergognavano e temevano che il loro vicino fosse un non kikuyu...
Fin dalle prime ore, i ragazzi del San Martin hanno aiutato il campo di rifugiati, come si faceva da tempo con tutti gli altri campi di kikuyu, arrivati da tutto il Kenya, qui nella zona centrale...
Già nella giornata di lunedì, si è deciso che al campo andassero solo i bianchi, troppo rischioso che i kikuyu aiutassero i "nemici". Troppe minacce... Poi le minacce sono arrivate ai bianchi, tanto che non era più sicuro nascondere nella nostra canonica nessuno.. li avremmo messi troppo a rischio..
Martedì e mercoledì siamo stati al campo degli sfollati.. a portare cibo, ma anche a distrarre i bimbi, a giocare a fare bans..
Giovedì la scelta di stoppare gli aiuti, ufficialmente, ma non ufficiosamente.. Troppe minacce, troppo rumore, troppa tensione
Giovedì i primi camion,pieni di gente e di roba tirata su, in fretta e furia..Chi non è Kikuyu, ha una sola possibilità: andarsene..
Persone vissute assieme per anni, decenni...in questa terra, benedetta da Dio, devono andarsene..
La paura ha vinto.. alcuni spari son bastati...
Vedete essere minacciati, fa figo.. può mandare una mail a casa...(sperando sempre che Franco e la Tarsilla non lo vengano a sapere..)
Quello che veramente ti uccide dentro, è sentire l'impotenza..e a volte la tiepidezza, la mancanza di scelte più coraggiose, forti. Il consenso è un problema pure in Africa.. forse Gesù, sarebbe ancora vivo..se cercava consenso.
Ma c'è Maurice, che non ha smesso di dormire a casa sua, nemmeno una sera, lui lotta, non vuole farsi vincere dalla paura..
C'è Karibu, una ragazza così esile, ieri come al solito portavo altri in nascondigli sicuri, e lei ha voluto tornare a casa... "I want to be brave, i don't want to fear anymore!"
Ma non c'è più Teven, una bomba di 12 anni... non la vedrò più..
Sto male, perchè ai politici, di Teven, non interessa nulla. Voglio stare male, perchè a tutti sembra normale. A me no! Sono indignato, arrabbiato!
Che le altre tribù se ne siano andate è una sconfitta morale, sociale, ecclesiale.. e significherà ulteriori violenze nel futuro..
Ma sì è un problema africale, tribalismo! Dicono tutti..Osservatore Romano compreso.
Una minchia il tribalismo! Cosa credete! Dietro a quei giovani poveri arrabbiati e senza lavoro, ci sono potenti che pagano per ogni casa bruciata e per ogni persona uccisa!
Non è forse vero che se da noi un Rumeno violenta una donna italiana, la prima cosa che vogliamo fare è mandarli tutti via! Siamo solo un po' più ricchi, ma non meno tribali!
Ecco qui è tutto più amplificato, ma la musica è la stessa... Nella paura, le differenze fanno ancora più paura...
Per questo nonostante alcuni spari, la paura potrà buttarci giù, indignarci, farci soffrire... ma noi non si smette di sognare..
Noi non si smette di credere che ogni differenza, ogni colore diverso... non può essere altro che ricchezza!
La paura non potrà mai vincere chi sogna di fidarsi... e si fida dei sogni!

1 commento:

Anonimo ha detto...

il senso di ingiustizia che genera il contesto attorno a noi a volte ha una pesantezza tale da lasciarci senza fiato, ovunque noi siamo. ma il grido sale forte quando siamo in tanti e non ci sentiamo più soli... non siamo soli! resistere sempre e continuare a sognare... insieme!


roby