"L'unico vero viaggio non è andare verso nuovi paesaggi, ma avere altri occhi."
Giulia & Mattia
Tutto OK, anche se nelle ultime due giornate su 12 ore di bici, quasi 11 ore le hanno trascorse sotto una pioggia incessante, incappando in ben 11 forature (quasi una media oraria).
C’è stata un po’ di clemenza solo quando si sono avvicinati al Vaticano: è uscito il sole.
Una domanda nasce spontanea: clemenza o presa in giro?
Una cosa è certa: una grande soddisfazione!
COMPLIMENTI A TUTTI!
Mail tratta dalla lettera del presidente Antonio Marcon
PS: Speriamo di avere qualche foto al più presto!
Significa ciao in lingua kallenji! Buon anno a tutti e sia un anno di pace e di speranza.
Saissere l’abbiamo imparato ieri, con 14 giovani from Dundori parish siamo stati il 31 e l’1 ad Eldoret, invitati dal vescovo locale per la messa di fine anno.
Una messa di pace e riconciliazione fra le due comunità kikuyu e kallenji. L’anno scorso in questo periodo in kenya scoppiava qualcosa che rischiava di diventare l’esatta fotocopia del Randa. Se ciò non è avvenuto e grazie anche al lavoro di tanti costruttori di pace, come il Vescovo Korir e James Kimsui, direttore dell’ufficio Giustizia e Pace della diocesi di Eldoret.
Quattro settimane fa con 130 giovani del vicariato abbiamo vissuto la “Challenge week”, un campo scuola vicariale. Il tema era “Tenderness and strength of peace, justice and reconciliation”. Il secondo giorno come ospiti abbiamo avuto James e due giovani kikuyu insieme con due amici giovani kallenji. La loro testimonianza, la loro voglia di pace ci ha commosso.
Come sapete Dundori è al 99% kikuyu, l’odio per la tribù kallenji è ancora alto.
Ma qualcosa si muove, il miracolo dell’incontro produce sempre nuovi semi di speranza. Ho pianto molto soprattutto nell’ascoltare le confessioni dei miei tosi, in cui chiedevano perdono per i loro pregiudizi e per l’odio provato.
Un altro Kenya è possibile, grazie a loro!
L’ultimo dell’anno abbiamo allora deciso di passarlo lì ad Eldoret, nella Burnt Forest, uno dei luoghi più macchiati di sangue e dove si sono bruciate più case.
Siamo stati accolti come divinità, come fratelli… tanto che il primo dell’anno l’abbiamo passato a visitare case di giovani kallenji, c’era la gara per ospitarci.
Forse non riesco a descrivere il potere di questi segni.. segni di pace.
L’anno scorso a quest’ora c’erano solo giudizi, paura, odio…morte.
Vedere i giovani di Dundori ospitati nelle case kallenji, abbracciarsi, scherzare, speriamo pure innamorarsi.. è stata una gioia senza aggettivi..
Il sogno di un mondo migliore, un mondo di pace, un mondo più giusto..non è solo roba da sfigati…
Vi auguro la speranza che questi giovani KENYANI, mi hanno regalato in questi giorni!
Batha Sandro