Polvere...polvere e ancora
polvere...ecco come definirei Gulu a chi mi chiederebbe di
descriverla con una parola!! Ma poi subito altre parole si
affollerebbero nella testa...la prima assolutamente bambini!!
Dopo una perfetta settimana a Kampala
conclusasi con una splendida cena tipica africana a base di matoke,
cassava, bignewa, salsa di fagioli, avocado e carne...eccomi arrivata
a Gulu al St. Jude, un orfanotrofio che accoglie più di 150 bambini
orfani e quasi 50 bambini con diverse disabilità dall'autismo, alla
distrofia muscolare, alla sindrome di down, a paraplegici e
tetraplegici e epilettici; questi ultimi 50 sono accolti in una parte
particolare della struttura chiamata Consolation Home e sono seguiti
24h-24h da donne africane che fanno loro da mamme. Chi ha solo
problemio fisici riesci in questo modo ad andare a scuola visto che
all'interno del St. Jude ci sono anche il Kinder Garden, Primary e
Secondary school, unica struttura in tutta l'Uganda in grado di
permettere l'accesso all'istruzione a bambini e ragazzi disabili.
Qui oltre a seguire tutti i ragazzi che
sono costretti a vivere in carrozzina, facendo fare loro
fisioterapia, medicando piaghe e possizionandoli come meglio si
riesce nelle carrozzine, c'è anche un dispensario infermieristico
dove sto cercando di inserirmi al fianco di Florence, l'infermiera,
dando più che altro dritte sulla gestione buracratica del
servizio...ma c'è una storia speciale che vi voglio raccontare.
Questa storia non parla di bambini e non parla del St. Jude
direttamente, ma parla di Akena, l'angelo del villaggio...il St. Jude
con il suo dispensario si occupa di garantire assistenza sanitaria
anche nei villaggi Acoli vicini ed è così che mi portano a
conoscere Akena. Akena è un uomo di quasi 30 anni, forse, che una
decina di anni fa, tornando dal lavoro nel bosco, ha subito un grave
incidente che, a seguito di una botta sul collo, lo ha lasciato
lesionato. Quando la moglie ha scoperto dell'accaduto è scappata con
i tre figli lasciandolo completamente da solo. Ora Akena vive in una
casa di mattoni costruitagli da fratel Elio Croce, il responsabile
della struttura del St. Jude, che lo ha scoperto casualmente qualche
anno fa quando ancora viveva in condizioni disumane. L'unica persona
che si prende cura di lui è una bambina di 8 anni che non va a
scuola. Lo conosco martedì quando Paolo, il volontario che è qui al
St. Jude con me, mi porta da lui chiedendomi solo di guardargli la
piaga al sacro e di medicargliela...ma ciò che si presenta agli
occhi e all'olfatto non ci può lasciare indifferenti tanto che ieri
siamo tornati da lui per portargli un materasso ad acqua
antidecubito...viste le condizioni della stanza in cui vive decidiamo
di portarlo fuori in carrozziane di far pulire la stanza piena di
mozziconi di sigarette e bustine di metanolo...ma prima ci fa capire
che ha bisogno di essere pulito perchè ancora nessuno si è degnato
di togliergli ciò che fisiologicamente una persona produce...senza
nessun problema lo sistemo per poi in carrozzina ma una volta fuori
alla luce del sole mi faccio portare dell'acqua e inizio a lavarlo:
spalle,schiena, collo, braccia, mani, viso, gambe e piedi...ed è
emozionante vedere come quest'uomo seppur nella sua condizione
mantenga la sua dignità. Se ancora ripenso a quel momento non posso
che che pensare all'umiltà del gesto e all'umiltà di questo fragile
ma forte uomo che mi regala un sorriso nel quale posso leggere tutta
la sua gratitudine.
Cena tipica africana
Villaggio a Gulu
Bambino dell'orfanotrofio
Bambini della Consolation...under the mango tree!!
1 commento:
ciao tesoro, leggo adesso dopo mille volte che cerco un attimo per mettermi in tranquillità.. non finirò di ripetertelo: sei il mio mito, ti stimo tantissimo! stai facendo qualcosa di grande <3 ti voglio tanto bene e non vedo l'ora di riabbracciarti! (ora continuo a leggere)
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