mercoledì 29 agosto 2007

Parco

Eccomi qui...

Grande argomento: Il Parco!

Premetto che il Murchison Falls National Park (Detto anche Paraa che deriva dalla lingua acholi e vuol dire "morte degli ippopotami" in quanto una volta era il posto migliore per poter cacciare (Pa) gli ippopotami (raa) !) visto al seguito di Elio Croce è sicuramente molto diverso rispetto a ciò che potrebbe vedere un comune turista (per quanti soldi voglia tirare fuori).

Elio infatti ci va da una vita con una media di circa due volte al mese! Per questo è considerato ranger onorario del parco e può andare a pescare il "persico del Nilo" sotto le cascate come pochi altri hanno fatto.

Però Elio è sempre Elio, quindi invece di partire entro le 10:00 abbiamo ritardato la partenza di circa un'ora con ovvie conseguenze: Abbiamo perso il battello (che era comunque pieno perchè non aveva prenotato!), quindi abbiamo dovuto cambiare programma e fare il "game drive" ( da noi noto come safari) partendo con un po' di ritardo. Di conseguenza abbiamo preso il ferry con tanto di rincorsa (il ferri si era già mosso ma Elio non ha voluto saperne ed ha accelerato saltando letteralmente su di esso!) e trovato l'unico hotel disponibile quando erano orami le 8:30 !

Per grazia l'ostello degli studenti era pieno e non ci siamo fermati lì. Se qualcuno vuole sapere come mai avrei preferito evitare quel posto lo chieda a mia mamma e le altre 6 donne che l'hanno sperimentato!

Nel caso non avessimo trovato posto nemmeno in quel albergo Croce aveva già deciso di chiedere delle coperte alla proprietaria ed avremmo dovuto dormire in un "cottage" (cosi Croce definisce una capanna, in cemento per carità!, tutta aperta ai lati) proprio sopra le cascate.

A quanto pare però ero l'unico ad apprezzare veramente l'idea!

Comunque, andando un po' a ritroso...

Siamo arrivati al parco dopo aver fatto un tratto di strada che Elio non faceva da anni perchè era troppo pericolosa a causa dei ribelli. Ora invece con il processo di pace in corso il problema non sussiste più. Pensate infatti che ad un tratto ci siamo trovati incolonnati in quanto la strada era troppo scivolosa e le macchine non riuscivano a passare senza finire sul bordo (le strade in Uganda, ovviamente non quelle asfaltate, sono fatte a "U" rovescia, quindi capite che è molto facile dover finire nel "fosso" a lato e non riuscire più a risalire). Ebbene la macchina che stava in centro e non voleva saperne di finire impantanata era proprio quella dell'ambasciatore italiano in Uganda!

Elio non si è fatto alcun problema e dopo avermi fatto inserire le 4 ruote motrici sul piantone delle ruote e senza che nessuno lo chiedesse ha superato due macchine buttandosi da solo nel tratto pendente. A parte il fatto che eravamo ben equipaggiati (prima di partire ho messo in macchina il tanganica jack, un'ulteriore ruota di scorta e le griglie in caso di impantanamento!), lui dice che basta inserire il telecomando (voleva dire il pilota automatico!) e lasciare che le ruote trovino da sole la giusta direzione. Infatti sterzare verso il centro per tentare di riguadagnare il centro della strada risulta un'operazione complicata e spesso inutile.

E così abbiamo riguadagnato il centro della strada circa un Km dopo, quando la strada era già più asciutta e meno fangosa. Così io mi sono cambiato inutilmente. Dovete sapere infatti che prevedevo tale situazione visto che ci siamo svegliati sotto un acquazzone, quindi mi ero portato i vestiti da "sporcare" ma fortunatamente non sono serviti.

Per quanto riguarda il tempo comunque aveva ragione Elio: "Dopo la tempesta viene il sereno".

Così abbiamo beccato due giornate di splendido sole. Io sono anche riuscito ad abbronzarmi visto che sono salito spesso sul portapacchi.

Prima di partire per il game drive abbiamo caricato uno dei ranger di Elio (ovviamente lui ha quelli personali!) in modo da sapere dove erano stati avvistati l'ultima volta ecc. Durante la ricerca abbiamo visto un sacco di animali che vanno dalle Uganda Cobs (non african come ha scritto Giulia!) alle gru coronate. Una volta in zona io ed il ranger siamo saliti sul portapacchi. Inizialmente non era così semplice rimanere in equilibrio, ma ben presto, trovata la posizione, potevi concentrarti anche sull'ambiente esterno e non solo sulle buche che stavi per investire!

Ho imparato un sacco di cose da quell'uomo. Lui diceva che era fortunato con Elio perchè aveva sempre trovato i leoni con lui, ma non si può nascondere che aveva un occhio eccezionale e conosceva molto bene gli animali. Secondo me era proprio l'accoppiata tra Elio ed il ranger che li rendeva eccezionali.

George, questo il nome del ranger, trovava i leoni (che alla fine è l'animale più gettonato della savana!) osservando il comportamento degli altri animali. Solo in questo modo riesci a trovare un leone che sta acquattato da qualche parte, altrimenti diventa un'operazione impossibile!

George indicava la zona da setacciare. Bisognerebbe seguire le piste già tracciate, ma con Elio, si sa, tutto è pista! Voi non immaginate cosa quel uomo riesce a far fare alla sua Toyota! Dietro c'era Vale che continuava ad aggrapparsi al braccio di Ale ogni volta che Elio compiva un'acrobazia con la macchina.

Così George di tanto in tanto dava qualche colpo sul tetto, per fermare Elio, ma spesso era Croce che si fermava, come ad anticipare il gesto del ranger che subito inforcava il binocolo per scrutare il comportamento degli animali. Osservava il loro stato d'animo e se sembravano innervosite allora cercava la direzione dalla quale sembrava giungere il pericolo.

Nelle vicinanze del lago ci imbattiamo in un gruppo di gru coronate ed Elio inizia a divertirsi nel farle danzare. Ad un certo punto mi dice di tenermi pronto con la macchina fotografica perchè ora le farà volare quando... Mi si spegne la macchina fotografica perchè ho finito le batterie!

(Non oso immaginare cosa stia pensando, dicendo, maledicendo mio padre in questo momento!)

Giulia la riprende e dice la fatidica frase: "Vuoi vedere che ora che siamo senza macchina fotografica troviamo finalmente il leone?".

Nemmeno 5 minuti dopo George ferma Elio perchè le gazzelle sembrano innervosite. Me le fa osservare ma io tento di obbiettare che solo 3 di loro guardano in una direzione e che lì vicino ci sono dei bufali che più tranquilli non potrebbero essere. Lui dice di andare a provare a dare un'occhiata che non costa niente e proprio mentre stiamo tutti concentrati sul branco di bufali ai quali ci stiamo dirigendo George avvisa: "Lion on the left" (Leone sulla sinistra).

C'era una leonessa accucciata nell'erba. Stava scegliendo la preda. Elio inizia ad avvicinarsi ed a seguirla quando questa infastidita inizia ad allontanarsi. Anche in questa occasione Elio sfoggia la sua abilità di guida nella savana, e la Toyota non è da meno visti gli arbusti spinosi che investe senza scomporsi (io intanto penso a chi dovrebbe scendere per cambiare la gomma in caso forassimo!). Ad un certo punto Elio non ascolta i nostri avvisi di fermarsi un attimo perchè non vuole perdere la leonessa che non è più in vista ed io rimango attaccato ad un ramo pieno di spine fino a che non si spezzano rimanendo infilate nel mio polpaccio. Non sono stato abbastanza veloce nel cambiare lato del portapacchi!

Ritroviamo la leonessa ed Elio le taglia la strada. Questa tenta di passarci dietro ma Croce inserisce la retro e sembra non aver intenzione di farla passare fino a quando non vede che oltre la innervosirebbe troppo. Ragazzi ho una leonessa affamata a 5 metri di distanza senza nulla tra di noi! Straordinario. Solo l'Africa mi ha dato emozioni del genere!

Il ranger dice che ha dei cuccioli di 2 mesi e caccia anche per loro. La osserviamo mentre fiuta ed osserva le gazzelle attorno. Spegniamo il motore ad una decina di metri da lei ed ci godiamo il suo avvicinamento ad una Ugandan Cob che è distratta da noi. Ad una trentina di metri spegniamo il motore ed osserviamo il suo avvicinamento che diventa ben presto quasi invisibile. Si distingue sono un'ombra tra l'erba. Purtroppo nelle vicinanze della preda si ferma per un po'. Elio decide di aggirare la gazzella per spingerla verso la leonessa, ma non prende la direzione desiderata ed inizia ad arrivare gente... Quando c'è gente Elio non si diverte più, quindi facciamo dietro front e partiamo per prendere il ferry ed attraversare il Nilo.

Il giorno dopo, nonostante la colazione alle sei arriviamo al ferry che è già carico e dobbiamo quindi perdere la prima corsa. Mezz'ora andata. Ci resta quindi un'ora e mezzo per fare un altro game drive.

Elio finalmente si scatena un po' e dopo poco superiamo pullman e pulmini colmi di turisti che fotografano gazzelle o bufali. Siccome le strade qui sono ad una sola corsia, trovare un veicolo fermo corrisponde a doverti fermare, a meno che tu non abbia un buon fuoristrada ed allora tutto diventa pista. Br Elio usciva dalla strada per salire in campo aperto affrontando pendenze paurose. Ma la sua auto non l'ha mai tradito.

Così siamo arrivati subito in presenza dei leoni. Una sola macchina li aveva già trovati (era quella di George "il vecchio", ieri invece avevamo George "il giovane"), sempre uno dei ranger a cui Elio fa affidamento quando sono liberi, altrimenti, come quella mattina, rimane senza.

Quello era un vero re leone nel senso che era un maschio molto grosso. L'abbiamo visto ad un centinaio di metri di distanza, ma si stagliava bene sull'erba. Non più di un minuto e si riparte. George non lo lascia andare vicino al leone perchè c'è troppa gente in più dice che il sentiero dei perforatori è minato (balla!). Però ci da la posizione di altri leoni più giovani.

Nemmeno 5 minuti e gli siamo appresso. Mentre ci avvicinavamo due di essi giocherellavano a fare lotta alzandosi sulle zampe posteriori. Maestosi anche se giovani.

Poi abbiamo continuato una lunga corsa contro il tempo per fare il giro dell'ansa del parco. Lungo la strada abbiamo iniziato a vedere escrementi di elefante fresco e qualche Km dopo troviamo un branco di una dozzina di elementi che ha appena attraversato la strada. Ci fermiamo per le foto di rito ma nulla di più. Elio vorrebbe rompere le scatole a qualcuno di loro, ma sono in tanti e ci sono anche dei piccoli tra di loro, quindi sarebbe troppo rischioso. Ad un certo punto troviamo nel bel mezzo della strada 5 – 6 giraffe. Stupende. Ed Elio non resiste alla tentazione di farle galoppare un po'. Guardate che corrono parecchio! Anche perchè con un passo fanno un paio di metri! Comunque ho documentato tutto e vi farò vedere!

Arriviamo al battello a filo. Utilizziamo quello piccolo (10 posti) e riusciamo a vedere così sia gli ippopotami che i coccodrilli. Sotto le cascate siamo stati gli unici a scendere per fare il sentiero che porta alla loro sommità. Siccome mi ricordavo il sentiero eravamo soli! In cima abbiamo anche trovato un'iguana di un metro (coda compresa) morta. Probabilmente, viste le ferite, era stata catturata da qualche aquila che non è riuscita a trattenerla lasciandola cadere nel vuoto.

Le cascate come al solito riescono a farti capire quanto deboli siamo di fronte alla natura. Maestose e potenti, anche se il livello si era leggermente abbassato a causa di alcuni calcoli errati nella costruzione di una diga a Jinja, dove inizia il Nilo. Pranzo veloce e via di nuovo.

Elio ci lascia a Kafu, lui deve proseguire a Kampala con l'altra coppia mentre noi dobbiamo tornare subito a Gulu.

Dopo un'ora e mezzo di attesa saliamo su un matatu (pulmino) stracarico. Pensate che in Italia un mezzo del genere sarebbe omologato per 9 persone mentre qui in Uganda lo è per 14. Ebbene ne ho contate 22, ovviamente senza i bambini in braccio alle mamme nascosti dai sedili e del paio di galline che ogni tanto si facevano sentire! Come se non bastasse mi sono fatto 160 Km con il case di un computer (la scatola del pc fisso per capirsi!) sulle gambe. Ovviamente non so di che fosse!

Comunque è andato tutto bene e siamo anche riusciti a fare un po' di spese in città prima di prendere due boda-boda (moto-taxi) per tornare a casa.

Stanchi ma felici dell'ennesima avventura vi mandiamo un caloroso abbraccio!

Tia

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